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Gianluca Fortini, L'arto della guerra
Era il culo del nostro sindaco. Pensavo che il sindaco girasse con la scorta, non avrei mai immaginato di vederlo chino all’automatico a prendere le paglie. Ed era solo. Mi guardai intorno. Era completamente solo. Lo vidi afferrare con una mano il pacchetto, mentre con l’altra era lì che ravanava in cerca del resto. Fu in quell’istante che gli fui accanto e fu dieci passi prima che capii di trovarmi davanti all’occasione della vita, entrai in modalità David Beckham, pronto a battere la punizione del secolo...»
È in libreria da oggi il romanzo d'esordio del bolognese Gianluca Fortini, L'arto della guerra, la storia grottesca e divertente «di come sia possibile rinascere a forza di calci nel sedere ben assestati...»
Gianluca Fortini, L'arto della guerra
Pagine: 112
Isbn: 9788898605712
€ 12,00
Collana: Fernandel
L’arto della guerra racconta la vera storia del “Piazzatore”. L’arto in questione è il piede, e la guerra è quella dichiarata dal protagonista nei confronti del prossimo piazzando calci nel culo a destra e a manca, cosa che ben presto trasformerà un giovane analfabeta funzionale affetto da dislessia nell’uomo più temuto dai felsinei, incubo delle forze dell’ordine e nemico giurato della giunta comunale.
Il punto di svolta infatti è il calcio nel sedere con cui il protagonista colpisce il sindaco, così potente da fargli perdere i sensi. Da quel momento i giornali inizieranno a parlare di lui ribattezzandolo “il Piazzatore”, dandogli una grande popolarità e la consapevolezza di essere diventato un uomo nuovo, lontano da quella condizione di lassismo e fatalismo in cui aveva vissuto fino ad allora.
Un romanzo che racconta come sia possibile rinascere a forza di calci nel sedere ben assestati.
Gianluca Fortini è nato nel 1980 a Bologna, dove vive. Questo è il suo primo romanzo.
L'incipit:
La luce del primo mattino filtrava dalla tapparella abbassata colpendomi dritto in faccia.
Detestavo la luce del primo mattino. Detestavo la luce in generale, ma quella del primo mattino in particolare. Il mattino è fatto per chi ha uno scopo, per chi ha un lavoro, una carriera. Il mattino ha loro, in bocca. Io non c’entravo niente. Ma la tapparella della mia vecchia stanza a casa dei miei era rotta da tempo, non si chiudeva del tutto, e la luce flirtava. Se la intendevano, quei due. Era un complotto per svegliarmi.
Rubiconda se n’era andata, e non serviva a nulla commiserarsi. Quando se n’era andata avevo bruciato tutte le sue cose, ma lei tornava sempre. Rivedevo i suoi capelli rossi, d’un rosso da esaltarla, quella pelle chiara; rivedevo le lentiggini, che le esaltavano gli occhi chiari; rivedevo il leggero rossore delle gote, che le esaltava il sorriso sottile. Tutto esaltava, in lei. Allora scendevo lungo il suo corpo nudo, quando ancora l’accarezzavo e la contemplavo e lei lo sapeva che ero suo, che mi aveva in pugno. Nessuna donna dovrebbe mai saperlo, ma lei lo sapeva e io ero suo e scivolavo lungo quel corpo, quei seni sodi, piccoli; un neo le macchiava il capezzolo sinistro e sì, anche quel neo esaltava, esaltava 8 i seni chiari, sodi, piccoli, la mia fantasia, la mia bocca, e allora scivolavo tra quei seni e poi giù lungo il ventre, in mezzo alle gambe aveva conservato soltanto un filo del colore dei capelli e io lo guardavo, lo guardavo un istante, ogni volta mi fermavo e lo guardavo un istante, poi lo baciavo e sentivo il sangue salirmi alle tempie, non capivo più niente, mi tuffavo e lei ansimava ed era bellissimo e venivo tra quelle coperte, nel letto della mia vecchia stanza a casa dei miei, ora che lei non c’era più. Non mi restava che quello. E mi svegliavo.
Presentazioni già fissate:
Bologna, libreria Trame, sabato 10 febbraio alle ore 12
Ravenna, libreria Liberamente, sabato 24 febbraio alle ore 18
Casa Editrice Fernandel
via Carraie, 58 - 48121 Ravenna
Tel. 0544 401290 - Fax 0544 1930153
e-mail: fernandel@fernandel.it
web: www.fernandel.it
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- Ultimo aggiornamento 27/11/2024